IDEE SBAGLIATE SULL'EMPOWERMENT
esercitiamoci con l’articolo
«Patient empowerment: myths and misconceptions»
di R.M. Anderson e M.M. Funnel del 2010
Non vedere quel che c'è
I miei pazienti non vogliono essere responsabilizzati e/o vogliono che io dica loro che cosa fare.
Questa idea non tiene conto che i pazienti sono di fatto responsabili delle proprie cure. Perciò può accadere che non seguano le raccomandazioni o che accettino supinamente decisioni per poi restare insoddisfatti o contestarle.
Che fare allora nel caso di prescrizioni e nel caso di decisioni da prendere?
Voglio responsabilizzare i miei pazienti per migliorare la loro compliance e aderenza. Empowerment significa far fare al paziente tutto quello che dovrebbe fare.
Gli operatori sanitari di solito sanno ciò che è meglio da un punto di vista clinico, non dal punto di vista della vita del paziente. L’empowerment tiene conto di questa realtà e perciò si basa sul dialogo tra i soggetti in gioco ed è l’antitesi della compliance e dell’aderenza.
Che fare, nelle prescrizioni e decisioni, col paziente che è d’accordo e con quello che non è d’accordo?
Mi impegno a fare empowerment, ma sono preoccupato di non portare i pazienti a un sufficiente livello di padronanza.
Noi siamo di aiuto e non esercitiamo potere su, ma potere con.
Che fare allora nelle prescrizioni e nelle decisioni?
Ci sono pazienti empowered, pazienti non-empowered e pazienti nei quali per varie ragioni (età, livello di istruzione, estrazione sociale, ecc.) non possiamo fare nulla.
L’empowerment lavora sulle potenzialità, non sulle capacità attuali delle persone. Le potenzialità spesso si rivelano diverse da come ci si aspetta. Certe aspettative sono pregiudizi legati a una concezione paternalistica.
Che fare per non farsi condizionare da preconcetti? Nelle prescrizioni? e nelle decisioni?
Non so quando conviene usare l'empowerment. Io me ne servo con alcuni pazienti. L’empowerment è parte della mia borsa dei trucchi. Io non uso mai l'empowerment nel caso di una nuova diagnosi.
L’empowerment non è uno strumento di manipolazione, non è una strategia da usarsi quando si ritiene conveniente. È una filosofia di cura, un approccio alternativo alla sanità e al rapporto medico-paziente, che ha basi etiche, cliniche, gestionali e di altro genere.
Che fare allora nelle prescrizioni e nelle decisioni?
Fare empowerment significa concentrarsi solo sui problemi e sulle esigenze dei pazienti.
Il clinico non deroga, non lascia il suo ruolo di professionista esperto di salute. Non può abbandonare il paziente a sé stesso. A lui spetta informare, spiegare, insistere sul punto di vista clinico pur nel rispetto del punto di vista esistenziale dell’altro. L’empowerment è dialogo tra due protagonisti di ruolo.
Che fare allora nelle prescrizioni e nelle decisioni?
Il paziente è un partner alla pari.
Il paziente è di fatto responsabile della propria cura, ma non è detto che sia capace di esserlo.
Che fare allora nelle prescrizioni e nelle decisioni?
Lascio che il paziente faccia come vuole e poi cerco di aggiustare la cura (es. dieta e insulina).
È il comportamento di un genitore permissivo che conserva l’autorità dietro le quinte in modo manipolatorio. Siamo agli antipodi della filosofia dell’empowerment.
Che fare allora nelle prescrizioni e nelle decisioni?
Vedere quel che non c'è
Gli operatori sanitari dispongono delle informazioni necessarie, sanno comunicarle efficacemente, sono pronti al cambio di paradigma che l’empowerment comporta.
Queste affermazioni non rispondono in genere al vero.
Perché? Che fare allora?
Se il paziente si comporta o decide in un modo, la responsabiltà della cura è sua.
Comportamenti , decisioni ed esiti delle cure dipendono da un intreccio di fattori, compresi quelli relazionali.
Perché? Che fare allora?
Il paziente è in grado assumersi le responsabilità e divenire partner nella cura.
C’è un eccesso di fiducia. Il paziente è di fatto responsabile, ma non è detto che si imbarchi nel processo di empowerment.
Che fare allora?
L’empowerment consiste semplicemente nel fornire al paziente l’informazione e l’educazione necessaria a decidere e regolare i propri comportamenti.
L’empowerment va molto al di là.
Perché? Che cosa occorre fare?
L’empowerment parte dal presupposto che il paziente comprenderà le informazioni sanitarie e le ricorderà.
L’idea è chiaramente infondata.
Perché? Che cosa occorre fare?